Come già descritto in un altro paragrafo le fibrosi possono essere dei preziosi alleati nel processo di ringiovanimento dei tessuti, ma possono essere anche un problema da risolvere o attenuare.
Un approccio chirurgico invasivo alle fibrosi è assolutamente controindicato sia perché il chirurgo troverebbe dei tessuti molto duri e difficilmente separabili dai tessuti sani e da strutture delicate e sensibili (nervi, arterie, vene, etc) sia perché le cicatrici residue e la incompleta rimozione della fibrosi costituirebbero un danno molto maggiore.
Esistono molteplici trattamenti non invasivi per ridurre ed ammorbidire dei tessuti eccessivamente fibrotici, ecco i principali:
- Massaggi connettivali. Hanno la capacità di aumentare l’afflusso sanguigno nei tessuti fibrotici, aumentare il microcircolo e, cosa importantissima, di ridurre le aderenze cicatriziali.
- Infiltrazioni di Kenacort più o meno diluito, di collagenasi, di ialuronidasi, verapamil, tiosolfato sodico, biorivitalizzanti, etc.
- Fibrolisi, ossia la manipolazione meccanica specifica e localizzata con le mani e/o appositi attrezzi.
- Onde d’urto, queste sono onde acustiche che hanno la capacità di rinnovare i tessuti ammorbidendo le zone fibrotiche indurite.
- Correnti galvaniche. La loro applicazione favorisce la riduzione degli indurimenti fibrotici e il rinnovo cellulare per stimolazione della sintesi proteica.
- Tecarterapia. Prevede l’utilizzo di un dispositivo basato sul principio fisico del condensatore e capace di generare calore all’interno dell’area anatomica interessata (è sufficiente 37°).
- Radiofrequenza a bassa potenza. Con lo stesso principio della Tecar, lo sviluppo di calore in forma moderata consente di ammorbidire il tessuto cicatriziale e riassorbire il tessuto fibrotico. Il calore prodotto induce lo snaturamento del collagene fibrotico e la produzione di nuovo.
- Ultrasuoni (cavitazione) a bassa potenza (50Hz e 1,2 W).
- LED, la fotostimolazione stimola la produzione di ATP, collagene ed elastina, favorendo la rigenerazione tissutale.
- Magnetoterapia, in particolare i campi elettromagnetici pulsati a bassa frequenza hanno effetto stimolante e rigenerante.
In estrema sintesi, per ridurre gli eccessi di fibrosi ed ammorbidire le zone troppo indurite è necessario aumentare il microcircolo, favorire la rigenerazione e il ricambio cellulare.
Tutte le energie fisiche (termiche e meccaniche) possono essere utilizzate ed alternate tra di loro a patto che si adoperino bassi livelli di potenza e di frequenza per evitare che gli effetti benefici siano annullati dai danni termici o meccanici generati dalla eccessiva potenza applicata.
In alcune tecniche della Chirurgia Cosmetica Morfodinamica si possono creare delle fibrosi in eccesso, in questi vasi vanno trattate con metodi conservativi per mantenere il risultato ottenuto ed eliminare l’eccesso di fibrosi.